MAREA - ASD-GIANNUTRI

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Per Informazioni/prenotazioni chiamare Max al 3920622501 oppure scrivere qui.

Scarica il PDF della Mini Crociera da qui.
Ritrovo per l’imbarco a porto Santo Stefano (GR)
Imbarco giovedì 30/8/2018 dalle 18.00 in poi
Partenza per Giannutri Venerdi 31/8/2018 ore 7.00
Rientro a Porto Santo Stefano domenica 2/9/2018 ore 17.00 circa
Ricordarsi di portare la zavorra e la cintura oltre alla propria attrezzatura subacquea.
La Gita comprende:
3 notti e 3 giorni in barca
cena del 30/8/2018
Colazione, pranzo, cena del 31/8/2018 e 1/9/2018
colazione e pranzo del 2/9/2018
Condizioni Meteo marine permettendo 8 immersioni. (3 immersioni il 31/8 e 1/9, 2 Immersioni il 2/9)
Bombole
La gita NON comprende:
L’attrezzatura Subacquea
Il trasferimento da e per Porto Santo Stefano
La quota individuale è di  € 420,00
La gita si svolgerà con un miimo di 15 Partecipanti
Per motivi Organizzativi l’adesione deve essere data entro il 24/6/2018.
30/6/2018 il versamento del 50% della quota,
27/7/2018 il saldo del restante 50%
con le seguenti modalità:
·         Bonifico bancario
IBAN: IT80B0609546044000000006358 intestato a.  ASD GIANNUTRI STRADA SAN MICHELE 111. 12042 BRA (CN)
·         Carta di Credito sul nostro sito
MINI CROCIERA GIANNUTRI/GIGLIO
L'isola di Giannutri, una delle sette perle dell'arcipelago Toscano.
L'isola di Giannutri, abitata occasionalmente durante l'Età del Bronzo, vide il suo massimo splendore in epoca romana, quando furono realizzati il porto e una villa lungo la costa occidentale dell'isola, quest'ultima costruita dalla famiglia degli Enobarbi. Terminati gli splendori di epoca romana, l'isola si trovò di fatto disabitata per molti secoli, essendo situata in mare aperto e avendo un territorio quasi piatto che non permetteva rifugi naturali in caso di incursione piratesche. Spesso gli stessi pirati vi sbarcavano per trovare covi temporanei nelle grotte dell'isola, in vista di assalti verso le coste della Toscana. Entrata a far parte dello Stato dei Presidi nella seconda metà del XVI secolo, i governanti spagnoli studiarono la possibilità di realizzare a Giannutri un sistema difensivo ma tali progetti non furono mai realizzati. Venne invece realizzato agli inizi dell'Ottocento dai Francesi durante il periodo napoleonico, in collaborazione coi reggenti del Regno d'Etruria, il Forte della Scoperta, del quale però non rimane più traccia. Nel 1861, quando l'isola era entrata a far parte del Regno d'Italia, venne costruito lungo la costa meridionale il Faro di Capel Rosso, per segnalare l'isola nelle ore notturne ai natanti in transito. Infine, l'isola venne assegnata al comune di Isola del Giglio della provincia di Grosseto.
In prossimità di Cala Maestra si trovano i resti di villa romana del II secolo d.C., edificata dai Domizi Enobarbi, antica famiglia senatoria di importanti commercianti della quale faceva parte Gneo Domizio, marito di Agrippina, madre dell'imperatore Nerone. Nonostante la rilevanza artistica e storica dei resti, la villa fino al 2004 era in mano a privati, al conte Gualtiero Adami (noto come Il Garibaldino), poi messa all'asta e salvata da Regione e ministero dell'Ambiente che esercitarono il diritto di prelazione.
L'isola del Giglio. una delle sette perle dell'arcipelago Toscano.
L'isola fu abitata fin dall'Età del ferro. Successivamente fu probabilmente una base militare etrusca ed anche sotto la dominazione romana fu una base di una discreta importanza nel Mar Tirreno citata, per esempio, da Giulio Cesare nel De bello civili e dal poeta Claudio Rutilio Namaziano.
A margine dell'abitato di Giglio Porto, leggermente al di sotto del livello del mare, si trovano i resti della villa romana dei Domizi Enobarbi: si tratta di una vasta area che comprende una vasca a mare per la piscicultura, mura perimetrali e criptoportici, resti di opus sectile, mosaico, affreschi, terrazza stellata di pertinenza, strutture lungo mare con serie di arcate e una lunga terrazza pensile; l'intera area è denominata I Castellari.
Nel Medioevo passò sotto il dominio della famiglia Aldobrandeschi, successivamente al comune di Perugia. Entrò nelle proprietà di Pisa dal 1264 al 1406 e successivamente passò ai Medici di Firenze.
Nel 1241 al largo dell'isola la flotta pisana sconfisse quella genovese.
Nel 1544 il pirata Khayr al-Din detto il Barbarossa saccheggiò l'isola, uccise chiunque si opponeva e deportò, come schiavi, oltre 700 gigliesi. In seguito a questa sanguinosa incursione, la famiglia dei Medici ripopolò l'isola con gente proveniente dalle terre senesi. Le incursioni saracene continuarono fino al 1799.
Incidente della Costa Concordia
Venerdì 13 gennaio 2012, alle 21:42, una nave da crociera, la Costa Concordia, della compagnia Costa Crociere, proprietà dell'americana Carnival, stava effettuando una crociera nel Mediterraneo con scali previsti a Savona, Marsiglia, Barcellona, Palma di Maiorca, Cagliari, Palermo, Civitavecchia. Nei pressi dell'isola urtò una roccia delle Scole aprendo un'enorme falla di circa 70 metri sul lato sinistro dell'opera viva provocando un forte sbandamento e il conseguente arenamento sullo scalino roccioso del bassofondale a nord di Giglio Porto. Morirono 32 persone. La mattina seguente fu ben visibile parte di uno scoglio delle Scole ancora incastrato nello scafo.

La nave è rimasta sull'isola fino al 22 luglio 2014, quando è stata rimorchiata per trasferirla a Genova, luogo della demolizione.
Il mondo subacqueo del Giglio
l'Isola del Giglio, con le sue acque limpidissime e i fondali ricchi di pareti, grotte e secche offre agli appassionati di subacquea una serie impressionanti di punti d'immersione.
L'affascinante mondo sottomarino con praterie di posidonia, meravigliose gorgonie e coloratissime spugne rendono questa zona un vero e proprio patrimonio naturale e uno dei posti più importante per l'immersione in Italia.
Nelle acque più profonde si possono osservare branchi di ricciole, barracuda, lecce e giganteschi tonni che raggiungono anche i 3 metri di lunghezza; mentre le numerose fessure delle rocce sono ricche di murene, gronchi, aragoste e cernie.

Giannutri: Paradiso in Mare
Relitto del Nasim II
Nave mercantile affondata nel 1976 a causa di una forte libecciata. Il cargo, lungo 66.50 metri, trasportava automobili che è possibile ancora osservare intorno al relitto e sotto la parete esterna di Cala Maestra. La visibilità quasi sempre ottima regala forti emozioni agli amanti dei relitti: durante la discesa appare quasi subito la sagoma della nave poggiata sulla sabbia sul lato di babordo. In autunno è facile incontrare tonni e ricciole in caccia.  La notevole profondità, tra i 48 ed i 60 metri, riserva l’immersione solo a subacquei esperti con abilitazione alla decompressione.

Relitto dell’Anna Bianca
La nave di quasi 47 metri di lunghezza giace su un fondale sabbioso, spezzata in due tronconi. La poppa è visitabile anche in “ricreativa” con sub esperti e diligenti che seguendo la guida riescono ad effettuare l’immersione in curva di sicurezza entro i 40 metri con un tempo totale di circa 22 minuti. La prua, poco distante, poggia sulla sabbia ma la profondità, oltre 52 metri,  la riserva a subacquei tecnici. Grazie al fondale sabbioso e alla costante visibilità, il relitto affascina per la luminosità, per la presenza di grossi gronghi, dentici, castagnole rosse e nudibranchi colorati sulle lamiere che lo hanno eletto a loro dimora.
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