La vita si origina dall'acqua.....
Perché fare un corso sub ?
…ma soprattutto, perché un bambino o un adolescente dovrebbe fare attività subacquea invece di un altro sport qualsiasi ?
PREMESSA
Partendo dal presupposto che qualsiasi
attività sportiva giovi alla salute, l’attività subacquea svolta con la
bombola, definita in gergo tecnico A.R.A., Autorespiratore ad Aria,
trova notevoli applicazioni e risvolti psico-pedagogici. Il progetto
mira a mettere in luce come l’ attività subacquea sia ottimale
nello sviluppo psico-fisico di bambini e adolescenti promuovendo
un’interazione armoniosa e di mutuo sostegno nell’ambito di un team
integrato in cui sia l’individuo che il lavoro di gruppo vengono
valorizzati e stimolati. Come ricorda Bachrach: “Pochi sport
sono così organizzati in club come quelli subacquei. Il piacere di
condividere l’esperienza dell’immersione e le conversazioni che
l’accompagnano sono la principale ricompensa per il subacqueo.
L’identificazione con il gruppo è di fondamentale importanza” (Bachrach,
A.J., (1978). Psychophysiological factors in diving. Hyperbaric and Undersea Medicine, 29, 1-8.)
1) VALENZA SOCIALE e GIOCO DI SQUADRA
La prima e fondamentale regola che viene insegnata in un corso
subacqueo è quella di non immergersi mai da soli, ma sempre in coppia.
Il compagno d’immersione rappresenta, quindi, uno “strumento” decisivo
per la buona riuscita dell’immersione e più in generale dell’attività
sportiva. Diventa necessario, pertanto, concentrarsi non solo sulle
proprie esigenze e aspettative personali, ma anche su quelle del
compagno d’immersione, dal quale dipende a sua volta la nostra personale
sicurezza sott’acqua. Ogni membro di questa coppia è responsabile
dell’altro, deve monitorare i comportamenti del partner ed essere pronto
ad offrire il proprio aiuto in caso di necessità. Il compagno può
essere una persona che già si conosce bene, familiare o amico, oppure un
estraneo selezionato dall’istruttore con l’obiettivo di ottimizzare la
prestazione e facilitare la conoscenza e la fiducia reciproca dei membri
del team d’immersione, i cui componenti possono cambiare a seconda
delle diverse esigenze e opportunità. Le immersioni solitamente vengono
svolte in gruppo, lo stesso del corso al quale ci si è iscritti o quello
formatosi all’interno dell’Associazione, composto da tante persone
diverse. Infatti l’attività subacquea con ARA può assemblare un gruppo
molto variegato in base all’età, sesso, condizione fisica e sociale,
nazionalità. Il singolo individuo deve contribuire al benessere di tutto
il gruppo mettendo in atto comportamenti dettati dal rispetto di
semplici regole insegnate durante i corsi subacquei, concentrandosi non
solo su sé stesso, ma anche sul compagno d’immersione e sugli altri
partecipanti, quindi agendo in un contesto di gioco di squadra. Spesso
le immersioni vengono svolte in formula “weekend”, andando a pernottare
tutt’insieme nella stessa struttura, mangiando insieme al ristorante,
trascorrendo in gruppo tutte le giornate, soprattutto quelle che
prevedono l’utilizzo di un’imbarcazione per raggiungere i siti
d’immersione.
2) AGONISMO DIVERSO e ASSENZA DI SCONTRO FISICO CON L’AVVERSARIO
In un gruppo d’immersione è assente l’agonismo esacerbato e il
contatto fisico con l’avversario. Il “traguardo” di un’immersione può
esser rappresentato dal raggiungimento di una certa profondità o
nell’eseguire immersioni impegnative (su di un relitto, immersione
notturna, in scarsa visibilità, in corrente). Il gruppo d’immersione
aspetta chi rimane per ultimo e interrompe l’immersione se una persona
non si sente bene o sta per esaurire prima dei compagni del team l’aria.
Lo spirito agonistico nelle immersioni subacquee trova quindi una
espressione cooperativa e costruttiva. Come osserva De Marco, il
subacqueo: … lotta, si difende, combatte, aggredisce, ma il suo
avversario è più l’ambiente che lo circonda che un suo collega. Il suo
agonismo, indubbiamente atipico (in ciò paragonabile a quello degli
alpinisti), è correlabile alla pericolosità dell’immersione”. (cit. Salvatore Capodieci www.psychomedia.it/)
3) ISOLAMENTO e INTROSPEZIONE
Durante un’immersione, pur mantenendo viva la concentrazione sul
compagno, sul gruppo e sulla guida subacquea, al sub capita sovente di
concentrarsi con maggiore intensità sulle proprie sensazioni, isolandosi
momentaneamente. Una di queste sensazioni è la respirazione. Nel corso
delle immersioni, si acutizza la percezione del ritmo respiratorio
scandito dall’erogatore, dalla frequenza e dimensioni delle bolle
nell’acqua, favorendo quindi la consapevolezza del sé e delle emozioni.
Si può inoltre calibrare o addirittura rinunciare al senso della
vista, per esempio, spegnendo la torcia durante un’immersione notturna.
Tale atto non solo amplifica le sensazioni tattili e uditive stimolando a
“toccare” e “ascoltare” il mare, ma favorisce anche l’empatia verso i
non-vedenti, unitamente alla comprensione della resilienza umana a
fronte della privazione di uno dei sensi essenziali al benessere.
4) BENESSERE FISICO
Per praticare l’attività subacquea con ARA non è strettamente
necessario essere dei superatleti; essa infatti è indicata anche a
persone della “terza età” in quanto non comporta particolari sforzi
fisici, anche se viene richiesto, a norma di legge, un certificato
medico sportivo. Pur non essendo, quindi, uno sport altamente aerobico,
l’attività’ subacquea aiuta a mantenere il benessere fisico, con un
elevato consumo calorico, come dimostrato da numerosi studi scientifici.
“I fattori età, sesso e forza fisica sono del tutto relativi se
raffrontati con l’importanza che assumono in altri sport; gli elementi
di “piacevolezza” degli altri sport come la fatica, l’arrivare per
primo, la tolleranza al dolore causato dalla tensione muscolare, non
appartengono al subacqueo che, al contrario, deve stare attento a non
fare eccessiva fatica, che se avverte dolori muscolari o se si accorge
che l’impegno diventa un sacrificio eccessivo deve interrompere la sua
attività sportiva, che deve vigilare e stare attento al compagno e
rispettare il posto che la guida subacquea o l’istruttore gli hanno
assegnato durante il briefing che precede l’immersione” (cit. Salvatore Capodieci psychomedia.it)
5) CURA DELL’IDROFOBIA
Un altro aspetto importante è quello terapeutico del contrasto
all’idrofobia, sia essa innata o conseguente a traumi subiti come il
quasi annegamento, alluvioni, naufragi. Alcuni esperti sottolineano che:
“E’ facile osservare come un bambino di pochi mesi si trovi
perfettamente a suo agio nell’acqua da alcuni elementi che vanno
dall’assoluta tranquillità e piacevolezza procurata dal trovarsi immerso
nell’acqua allo spontaneo “riflesso all’apnea” (interruzione volontaria
della respirazione) attivato dal semplice contatto dell’acqua sul viso.
Il timore che a volte alcuni bambini manifestano col passare del tempo è
spesso il risultato riflesso delle paure degli adulti con cui i bambini
si rapportano e, quindi, del mancato mantenimento della primitiva
confidenza.” (cit. Salvatore Capodieci psychomedia.it). Per vincere
fobie indotte da esperienze negative, ASD Universo Blu intende mettere
in atto programmi specifici e personalizzati con la supervisione diretta
di professionisti del settore quali psicologi e pedagogisti,
considerando che, per passata esperienza diretta, molte persone sono
state in grado di superare la paura dell’acqua proprio grazie a un corso
subacqueo.
6) SENSAZIONE DI ESSERE SENZA PESO E QUINDI DI VOLARE
Tutti sappiamo che una caratteristica fondamentale del mezzo
acquatico è la riduzione della forza di gravità, dovuta alla spinta di
Archimede. Questo effetto viene ampiamente sfruttato, per esempio, dagli
astronauti con gli allenamenti in piscina. La sensazione che ne risulta
è quella dell’assenza di peso in acqua o viceversa della tendenza ad
affondare troppo se ci si è zavorrati male. Diventa necessario, quindi,
intervenire sull’attrezzatura subacquea per correggere il nostro “peso”,
cosa impossibile da fare sulla terraferma. Di conseguenza il mezzo
acquatico si dimostra particolarmente accessibile e utile a persone con disabilità fisica, favorendo quindi l’inclusione sociale, potenziando le capacità di coping e autostima.
7) RISPETTO DELLE REGOLE, DEI RUOLI, DELL’ATTREZZATURA
Le regole che vengono insegnate durante un corso subacqueo sono molto
semplici e principalmente basate su concetti di fisica, chimica, e
fisiologia umana. Rispettare tali regole è di fondamentale importanza
per la buona riuscita di un’immersione subacquea, per evitare di andare
incontro a spiacevoli e quanto mai evitabili incidenti, aumentando
nell’individuo il senso dell’autocontrollo e il valore della disciplina.
Nel gruppo d’immersione sono sempre presenti istruttori,
aiuto-istruttori, guide subacquee che rappresentano una “gerarchia”
benevola e autorevole da rispettare, ma non temere. Una parte importante
dell’attività subacquea consiste nella cura, pulizia e manutenzione
dell’attrezzatura ARA necessaria, senza la quale sarebbe impossibile
immergersi se non in apnea. Malfunzionamenti di tale attrezzatura dovuti
quasi sempre a incuria e negligenza personali possono compromettere il
buon esito di un’immersione anche per tutto il gruppo di subacquei,
nonostante ai corsi venga insegnato come affrontare sott’acqua emergenze
dovute a guasti dell’attrezzatura. Poiché tale attrezzatura ha dei
costi non indifferenti, viene fornita gratuitamente dall’ Associazione, i
cui istruttori insegnano ad averne cura, educando al contempo i
partecipanti al rispetto di un bene comune.
8) CONTATTO CON LA NATURA e EDUCAZIONE AMBIENTALE
Una volta completata la fase di addestramento in piscina, il
passaggio successivo viene svolto in mare, dapprima, generalmente, con
immersioni dalla riva, poi con l’utilizzo di un’ imbarcazione, spesso
per raggiungere siti d’immersione in Aree Marine Protette o Parchi
Nazionali come quello dell’Arcipelago Toscano. Questa è la parte più
entusiasmante, appagante e divertente di un corso subacqueo, svolta
all’aria aperta, a contatto con la natura e con creature, quelle marine,
solitamente impossibili da incontrare in prima persona, se non dietro i
vetri di un acquario. Questa fase fondamentale comprende anche nozioni
di biologia marina, ecologia, etologia, educando i partecipanti al
rispetto del mare in ogni sua forma e manifestazione, anche quelle
meteorologiche, associando la passione per questa attività avventurosa
ad un rapporto intimo con la natura. Una regola importante, infatti, è
quella di rinunciare all’immersione se le condizioni del mare quali moto
ondoso, corrente, visibilità, temperatura dell’acqua sono avverse. Per
questi motivi l’attività subacquea si configura non solo come
un’attività sportiva pura e semplice, ma assume un elevato valore educativo.
Sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni come i bambini, gli
adolescenti, i giovani adulti che più sono ricettive ai problemi legati
all’inquinamento e al degrado dell’ambiente marino attraverso
un’attività sportiva e divertente come quella subacquea, comporta
notevoli vantaggi a tutta la collettività. I subacquei, infatti, potendo
interagire direttamente con l’ambiente marino, sia in superficie sia in
immersione, possono farsi testimoni e portavoce e quindi segnalare e
denunciare alle autorità situazioni di degrado ambientale delle spiagge
e, soprattutto, dei fondali marini, generalmente non accessibili a
tutti. Per fare ciò, ASD Universo Blu si avvale tra il proprio staff e
tra i propri soci di persone laureate in Biologia Marina, Scienze
Naturali, Scienze del Mare e di Operatori Sociali quali Psicologi,
Sociologi e Educatori Professionali. ASD Universo Blu si fa, inoltre,
promotrice di una rete di collaborazioni con altre associazione che
perseguono i medesimi obiettivi, promuovendo in rete attività
collaterali quali monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge e nei fondali,
monitoraggio di specie animali e vegetali individuate come indicatori
biologi della biodiversità, pulizia delle spiagge e dei fondali e laboratori didattici per bambini, integrati da esercitazioni sul campo con raccolta di materiali di studio, sia in superficie sia sott’acqua.
9) ADDESTRAMENTO e STIMOLI CONTINUI
L’attività subacquea con ARA non si esaurisce conseguendo un unico
brevetto per potersi immergere, ma prevede una serie di livelli
successivi promuovendo l’acquisizione di ulteriori abilità specifiche
quali: immersione notturna, immersione profonda, immersione sui relitti,
orientamento e navigazione subacquea e altre. Tale progressione trova
il suo culmine nel corso Rescue Diver, Salvataggio Subacqueo, in cui
vengono insegnate le tecniche di salvamento al fine di rendere le
immersioni sempre più sicure e divertenti. In questo modo si forniscono
continui stimoli al miglioramento delle proprie abilità. In un contesto dinamico ma non agonistico,
si promuovono quindi le capacità di scelta, di mettersi in gioco e in
discussione, la capacità d’iniziativa, di condivisione e il desiderio di
confronto con nuove sfide e nuovi traguardi da raggiungere.
CONCLUSIONI
L’attività subacquea e’ sport ottimale perché include lavoro di
squadra e consapevolezza individuale in un contesto di
responsabilizzazione e al contatto con un ambiente naturale che si
impara a rispettare e, all’occorrenza, difendere. Essa comporta:
l’acquisizione di nozioni e competenze progressivamente più complesse,
la preparazione e la verifica dell’attrezzatura, il briefing
dell’istruttore, il controllo a vicenda con il compagno e il gruppo,
l’incontro con specie animali e vegetali uniche, il modificarsi e
acutizzarsi delle percezioni sensorie, l’attenzione e il rispetto per
l’ambiente, la continua consapevolezza di sé stessi e della propria
respirazione, l’emozione per un’immersione nuova come la visita a un
relitto o a un fondale affascinante, la condivisione dell’esperienza con
il gruppo, il superamento di limiti indotti da esperienze negative e
lo stimolo a raggiungere traguardi sempre più ambiziosi in sicurezza e
collaborazione, discutere con i compagni di ciò che si è provato dopo il
silenzio del blu, quasi a voler simboleggiare un “ritorno nell’utero materno”, dove già siamo stati immersi per ben nove mesi.
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