La vita si origina dall'acqua.....

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La vita si origina dall'acqua.....

ASD-GIANNUTRI
Pubblicato da Massimiliano Franchi in Subacquea · Venerdì 09 Dic 2022
Tags: maresub
Perché fare un corso sub ?

…ma soprattutto, perché un bambino o un adolescente dovrebbe fare attività subacquea invece di un altro sport qualsiasi ?

PREMESSA
Partendo dal presupposto che qualsiasi attività sportiva giovi alla salute, l’attività subacquea svolta con la bombola, definita in gergo tecnico A.R.A., Autorespiratore ad Aria, trova notevoli applicazioni e risvolti psico-pedagogici. Il progetto mira a mettere in luce come l’ attività subacquea sia ottimale nello sviluppo psico-fisico di bambini e adolescenti promuovendo un’interazione armoniosa e di mutuo sostegno nell’ambito di un team integrato in cui sia l’individuo che il lavoro di gruppo vengono valorizzati e stimolati.  Come ricorda Bachrach: “Pochi sport sono così organizzati in club come quelli subacquei. Il piacere di condividere l’esperienza dell’immersione e le conversazioni che l’accompagnano sono la principale ricompensa per il subacqueo. L’identificazione con il gruppo è di fondamentale importanza” (Bachrach, A.J., (1978). Psychophysiological factors in diving. Hyperbaric and Undersea Medicine, 29, 1-8.)

1) VALENZA SOCIALE e GIOCO DI SQUADRA
La prima e fondamentale regola che viene insegnata in un corso subacqueo è quella di non immergersi mai da soli, ma sempre in coppia. Il compagno d’immersione rappresenta, quindi, uno “strumento” decisivo per la buona riuscita dell’immersione e più in generale dell’attività sportiva. Diventa necessario, pertanto, concentrarsi non solo sulle proprie esigenze e aspettative personali, ma anche su quelle del compagno d’immersione, dal quale dipende a sua volta la nostra personale sicurezza sott’acqua.  Ogni membro di questa coppia è responsabile dell’altro, deve monitorare i comportamenti del partner ed essere pronto ad offrire il proprio aiuto in caso di necessità. Il compagno può essere una persona che già si conosce bene, familiare o amico, oppure un estraneo selezionato dall’istruttore con l’obiettivo di ottimizzare la prestazione e facilitare la conoscenza e la fiducia reciproca dei membri del team d’immersione, i cui componenti possono cambiare a seconda delle diverse esigenze e opportunità. Le immersioni solitamente vengono svolte in gruppo, lo stesso del corso al quale ci si è iscritti o quello formatosi all’interno dell’Associazione, composto da tante persone diverse. Infatti l’attività subacquea con ARA può assemblare un gruppo molto variegato in base all’età, sesso, condizione fisica e sociale, nazionalità. Il singolo individuo deve contribuire al benessere di tutto il gruppo mettendo in atto comportamenti dettati dal rispetto di semplici regole insegnate durante i corsi subacquei, concentrandosi non solo su sé stesso, ma anche sul compagno d’immersione e sugli altri partecipanti, quindi agendo in un contesto di gioco di squadra. Spesso le immersioni vengono svolte in formula “weekend”, andando a pernottare tutt’insieme nella stessa struttura, mangiando insieme al ristorante, trascorrendo in gruppo tutte le giornate, soprattutto quelle che prevedono l’utilizzo di un’imbarcazione per raggiungere i siti d’immersione.

2) AGONISMO DIVERSO e ASSENZA DI SCONTRO FISICO CON L’AVVERSARIO
In un gruppo d’immersione  è assente l’agonismo esacerbato e il contatto fisico con l’avversario. Il “traguardo” di un’immersione può esser rappresentato dal raggiungimento di una certa profondità o nell’eseguire immersioni impegnative (su di un relitto, immersione notturna, in scarsa visibilità, in corrente). Il gruppo d’immersione aspetta chi rimane per ultimo e interrompe l’immersione se una persona non si sente bene o sta per esaurire prima dei compagni del team l’aria. Lo spirito agonistico nelle immersioni subacquee trova quindi una espressione cooperativa e costruttiva. Come osserva De Marco, il subacqueo: … lotta, si difende, combatte, aggredisce, ma il suo avversario è più l’ambiente che lo circonda che un suo collega. Il suo agonismo, indubbiamente atipico (in ciò paragonabile a quello degli alpinisti), è correlabile alla pericolosità dell’immersione”. (cit. Salvatore Capodieci www.psychomedia.it/)

3) ISOLAMENTO e INTROSPEZIONE
Durante un’immersione, pur mantenendo viva la concentrazione sul compagno, sul gruppo e sulla guida subacquea, al sub capita sovente di concentrarsi con maggiore intensità sulle proprie sensazioni, isolandosi momentaneamente. Una di queste sensazioni è la respirazione.  Nel corso delle immersioni, si acutizza la percezione del ritmo respiratorio scandito dall’erogatore,  dalla frequenza e dimensioni delle bolle nell’acqua, favorendo quindi la consapevolezza del sé e delle emozioni. Si può inoltre calibrare o addirittura rinunciare al  senso della vista, per esempio, spegnendo la torcia durante un’immersione notturna. Tale atto non solo amplifica le sensazioni tattili e uditive stimolando a “toccare” e “ascoltare” il mare, ma favorisce anche l’empatia verso i non-vedenti, unitamente alla comprensione della resilienza umana a fronte della privazione di uno dei sensi essenziali al benessere.

4) BENESSERE FISICO
Per praticare l’attività subacquea con ARA non è strettamente necessario essere dei superatleti; essa infatti è indicata anche a persone della “terza età” in quanto non comporta particolari sforzi fisici, anche se viene richiesto, a norma di legge, un certificato medico sportivo. Pur non essendo, quindi, uno sport altamente aerobico, l’attività’ subacquea aiuta a mantenere il benessere fisico, con un elevato consumo calorico, come dimostrato da numerosi studi scientifici. “I fattori età, sesso e forza fisica sono del tutto relativi se raffrontati con l’importanza che assumono in altri sport; gli elementi di “piacevolezza” degli altri sport come la fatica, l’arrivare per primo, la tolleranza al dolore causato dalla tensione muscolare, non appartengono al subacqueo che, al contrario, deve stare attento a non fare eccessiva fatica, che se avverte dolori muscolari o se si accorge che l’impegno diventa un sacrificio eccessivo deve interrompere la sua attività sportiva, che deve vigilare e stare attento al compagno e rispettare il posto che la guida subacquea o l’istruttore gli hanno assegnato durante il briefing che precede l’immersione” (cit. Salvatore Capodieci psychomedia.it)

5) CURA DELL’IDROFOBIA
Un altro aspetto importante è quello terapeutico del contrasto all’idrofobia, sia essa innata o conseguente a traumi subiti come il quasi annegamento, alluvioni, naufragi. Alcuni esperti sottolineano che: “E’ facile osservare come un bambino di pochi mesi si trovi perfettamente a suo agio nell’acqua da alcuni elementi che vanno dall’assoluta tranquillità e piacevolezza procurata dal trovarsi immerso nell’acqua allo spontaneo “riflesso all’apnea” (interruzione volontaria della respirazione) attivato dal semplice contatto dell’acqua sul viso. Il timore che a volte alcuni bambini manifestano col passare del tempo è spesso il risultato riflesso delle paure degli adulti con cui i bambini si rapportano e, quindi, del mancato mantenimento della primitiva confidenza.” (cit. Salvatore Capodieci psychomedia.it). Per vincere fobie indotte da esperienze negative, ASD Universo Blu intende mettere in atto programmi specifici e personalizzati con la supervisione diretta di professionisti del settore quali psicologi e pedagogisti, considerando che, per passata esperienza diretta, molte persone sono state in grado di superare la paura dell’acqua proprio grazie a un corso subacqueo.

6) SENSAZIONE DI ESSERE SENZA PESO E QUINDI DI VOLARE
Tutti sappiamo che una caratteristica fondamentale del mezzo acquatico è la riduzione della forza di gravità, dovuta alla spinta di Archimede. Questo effetto viene ampiamente sfruttato, per esempio, dagli astronauti con gli allenamenti in piscina. La sensazione che ne risulta è quella dell’assenza di peso in acqua o viceversa della tendenza ad affondare troppo se ci si è zavorrati male. Diventa necessario, quindi, intervenire sull’attrezzatura subacquea per correggere il nostro “peso”, cosa impossibile da fare sulla terraferma. Di conseguenza il mezzo acquatico si dimostra particolarmente accessibile e utile a persone con disabilità fisica, favorendo quindi l’inclusione sociale, potenziando le capacità di coping e autostima.

7) RISPETTO DELLE REGOLE, DEI RUOLI, DELL’ATTREZZATURA
Le regole che vengono insegnate durante un corso subacqueo sono molto semplici e principalmente basate su concetti di fisica, chimica, e fisiologia umana. Rispettare tali regole è di fondamentale importanza per la buona riuscita di un’immersione subacquea, per evitare di andare incontro a spiacevoli e quanto mai evitabili incidenti, aumentando nell’individuo il senso dell’autocontrollo e il valore della disciplina. Nel gruppo d’immersione sono sempre presenti istruttori, aiuto-istruttori, guide subacquee che rappresentano una “gerarchia” benevola e autorevole da rispettare, ma non temere. Una parte importante dell’attività subacquea consiste nella cura, pulizia e manutenzione dell’attrezzatura ARA necessaria, senza la quale sarebbe impossibile immergersi se non in apnea. Malfunzionamenti di tale attrezzatura dovuti quasi sempre a incuria e negligenza personali possono compromettere il buon esito di un’immersione anche per tutto il gruppo di subacquei, nonostante ai corsi venga insegnato come affrontare sott’acqua emergenze dovute a guasti dell’attrezzatura. Poiché tale attrezzatura ha dei costi non indifferenti, viene fornita gratuitamente dall’ Associazione, i cui istruttori insegnano ad averne cura, educando al contempo i partecipanti al rispetto di un bene comune.

8) CONTATTO CON LA NATURA e EDUCAZIONE AMBIENTALE
Una volta completata la fase di addestramento in piscina, il passaggio successivo viene svolto in mare, dapprima, generalmente, con immersioni dalla riva, poi con l’utilizzo di un’ imbarcazione, spesso per raggiungere siti d’immersione in Aree Marine Protette o Parchi Nazionali come quello dell’Arcipelago Toscano. Questa è la parte più entusiasmante, appagante e divertente di un corso subacqueo, svolta all’aria aperta, a contatto con la natura e con creature, quelle marine, solitamente impossibili da incontrare in prima persona, se non dietro i vetri di un acquario. Questa fase fondamentale comprende anche nozioni di biologia marina, ecologia, etologia, educando i partecipanti al rispetto del mare in ogni sua forma e manifestazione, anche quelle meteorologiche, associando la passione per questa attività avventurosa ad un rapporto intimo con la natura. Una regola importante, infatti, è quella di rinunciare all’immersione se le condizioni del mare quali moto ondoso, corrente, visibilità, temperatura dell’acqua sono avverse. Per questi motivi l’attività subacquea si configura non solo come un’attività sportiva pura e semplice, ma assume un elevato valore educativo. Sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni come i bambini, gli adolescenti, i giovani adulti che più sono ricettive ai problemi legati all’inquinamento e al degrado dell’ambiente marino attraverso un’attività sportiva e divertente come quella subacquea, comporta notevoli vantaggi a tutta la collettività. I subacquei, infatti, potendo interagire direttamente con l’ambiente marino, sia in superficie sia in immersione, possono farsi testimoni e portavoce e quindi segnalare e denunciare alle autorità situazioni di degrado ambientale delle spiagge e, soprattutto, dei fondali marini, generalmente non accessibili a tutti. Per fare ciò, ASD Universo Blu si avvale tra il proprio staff e tra i propri soci di persone laureate in Biologia Marina, Scienze Naturali, Scienze del Mare e di Operatori Sociali quali Psicologi, Sociologi e Educatori Professionali. ASD Universo Blu si fa, inoltre, promotrice di una rete di collaborazioni con altre associazione che perseguono i medesimi obiettivi, promuovendo in rete attività collaterali quali monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge e nei fondali, monitoraggio di specie animali e vegetali individuate come indicatori biologi della biodiversità, pulizia delle spiagge e dei fondali e laboratori didattici per bambini, integrati da esercitazioni sul campo con raccolta di materiali di studio, sia in superficie sia sott’acqua.

9) ADDESTRAMENTO e STIMOLI CONTINUI
L’attività subacquea con ARA non si esaurisce conseguendo un unico brevetto per potersi immergere, ma prevede una serie di livelli successivi promuovendo l’acquisizione di ulteriori abilità specifiche quali: immersione notturna, immersione profonda, immersione sui relitti, orientamento e navigazione subacquea e altre. Tale progressione trova il suo culmine nel corso Rescue Diver, Salvataggio Subacqueo, in cui vengono insegnate le tecniche di salvamento al fine di rendere le immersioni sempre più sicure e divertenti. In questo modo si forniscono continui stimoli al miglioramento delle proprie abilità. In un contesto dinamico ma non agonistico, si promuovono quindi le capacità di scelta, di mettersi in gioco e in discussione, la capacità d’iniziativa, di condivisione e il desiderio di confronto con nuove sfide e nuovi traguardi da raggiungere.

CONCLUSIONI
L’attività subacquea e’ sport ottimale perché include lavoro di squadra e consapevolezza individuale in un contesto di responsabilizzazione e al contatto con un ambiente naturale che si impara a rispettare e, all’occorrenza, difendere. Essa comporta: l’acquisizione di nozioni e competenze progressivamente più complesse, la preparazione e la verifica dell’attrezzatura, il briefing dell’istruttore, il controllo a vicenda con il compagno e il gruppo, l’incontro con specie animali e vegetali uniche, il modificarsi e acutizzarsi delle percezioni sensorie, l’attenzione e il rispetto per l’ambiente, la continua consapevolezza di sé stessi e della propria respirazione, l’emozione per un’immersione nuova come la visita a un relitto o a un fondale affascinante, la condivisione dell’esperienza con il gruppo,  il superamento di limiti indotti da esperienze negative e lo stimolo a raggiungere traguardi  sempre più ambiziosi in sicurezza e collaborazione, discutere con i compagni di ciò che si è provato dopo il silenzio del blu, quasi a voler simboleggiare un “ritorno nell’utero materno”, dove già siamo stati immersi per ben nove mesi.


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